Il futuro della cooperazione transfrontaliera europea: rischi di centralizzazione eccessiva.

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Durante l’ultima fase del programma Interreg 2014/20, la regione della Valle d’Aosta ha portato avanti ben 99 progetti, per un totale di risorse pari a 48,75 milioni di euro. Questa cifra include anche il programma Alcotra con la Francia, che ha visto la realizzazione di 66 progetti per un ammontare di 33,36 milioni di euro. Guardando al futuro e alla programmazione 2021/27, i progetti in corso sono attualmente 18, con un finanziamento complessivo di 9,75 milioni di euro (di cui Alcotra conta 15 progetti per un totale di 9 milioni di euro). Durante l’ultimo incontro del Comitato di sorveglianza del Programma Interreg Alcotra 2021-2027 tenutosi ad Aymavilles, è emerso che l’98% dei fondi è stato utilizzato in modo efficace nel passato.L’assessore regionale agli affari europei, Luciano Caveri, ha sottolineato l’importanza dei legami transfrontalieri della Valle d’Aosta con partner francesi, liguri e piemontesi. Inoltre, sono stati approvati i cosiddetti Piter riguardanti le aree del Gran Paradiso e del Monte Bianco, quest’ultimo in collaborazione con la Svizzera all’interno del progetto Espace Mont Blanc.Durante la riunione si è discusso anche dei possibili rischi legati a una centralizzazione eccessiva della politica regionale. È emersa la preoccupazione che dal 2027 potrebbe verificarsi una riduzione delle risorse europee e una conseguente tentazione da parte degli Stati membri di centralizzare maggiormente i fondi comunitari. Questo potrebbe compromettere la cooperazione transfrontaliera che finora ha dimostrato il suo valore. Emergono timori riguardo ad un possibile accentramento dello Stato nell’amministrazione dei fondi europei, come già accaduto con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). I primi documenti sulla politica di coesione sembrano indicare una tendenza verso maggiore controllo centrale sugli investimenti regionali. Attualmente esiste una forte autonomia territoriale nella gestione dei fondi europei; tuttavia si teme che questa situazione possa cambiare radicalmente nei prossimi anni a causa dell’eccessivo protagonismo degli Stati membri nell’amministrazione dei finanziamenti comunitari.

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