14 agosto 2024 – 12:45
Il Torino, glorioso club calcistico, si trova ad affrontare un dilemma linguistico che va oltre le barriere della dislessia. Due parole, legate da una contrazione, restano inespresse sulle labbra granata: Juventus e Juve. La lettera J, iniziale di entrambe, suscita un’irritazione profonda e persistente. Non c’è avversione per la K o la W, la X o la Y; è proprio quella J a turbare gli animi dei tifosi. Già anni fa l’annuncio della partnership con Joma per le divise aveva destato sospetti: come poteva il Torino accettare un marchio con una J iniziale? L’idea di vederla stampata sulle maglie granata era motivo di fastidio fin dall’inizio. Ora, con la nuova divisa bianconera che accentua il contrasto con la storia del club e i risultati negativi contro la Juventus, il disagio cresce. Il bianco su sfondo nero non fa che esacerbare le ferite dell’anima granata. Si chiede: perché non optare per un verde simbolo di speranza e di tradizione? Il verde si sposerebbe bene col granata, mentre il bianconero resta una ferita aperta. In questi ultimi diciannove anni segnati da una sola vittoria nel derby, il dolore persiste. Eppure, nonostante tutto, è un problema interno al Toro: una questione di cuore e identità che solo i veri tifosi possono comprendere appieno.
